La grande battaglia resta una: continuità territoriale. «L’attuale “Continuità” è un atto di discriminazione verso una parte di cittadini italiani: sardi come noi, ma anche non sardi» alza la voce Bastianino Mossa. L’applauso del parlamentino FASI riunito nella sala Leonardo del Palazzo delle Stelline a Milano, è quasi d’obbligo.
Il presidente della Federazione delle associazioni sarde in Italia parla davanti a un centinaio di persone arrivate da tutte le parti del Paese. È il primo consiglio nazionale degli emigrati, dopo il congresso dello scorso dicembre. Il primo consiglio in presenza dopo due anni di riunioni in videoconferenza, causa pandemia da Covid-19. All’ordine del giorno dell’appuntamento di ieri mattina in corso Magenta, diversi punti: alcuni sono passaggi burocratici, altri doveri amministrativi; presentazione e approvazione del bilancio di previsione 2022, consuntivo del 2021. Di particolare interesse la relazione programmatica del presidente Bastianino Mossa, veterinario di Bultei, da una vita al lavoro in quel di Piacenza.Tutti i punti passano praticamento all’unanimità, le sfide per il futuro sono condivise dall’intero parlamentino.
Mossa parla davanti ai presidenti dei 72 circoli federati e gli altri massimi vertici della FASI, compresi i componenti del coordinamento Donne e del coordinamento Giovani.
«Qual è il peso della FASI, cosa possiamo fare noi della FASI?» incalza Mossa. «Noi dobbiamo essere pronti e preparati a dare il nostro contributo, dobbiamo essere in grado di aiutare le istituzioni a trovare soluzioni soddisfacenti – dice –: basta guardarsi intorno solo in Europa! Il “Principio di insularità in Costituzione” è fondamentale, seguiremo l’iter parlamentare alla Camera e al Senato. Noi abbiamo contribuito, sostenendo la raccolta delle firme. Ma non basta. Dobbiamo insistere per ottenere una reale continuità territoriale, sia aerea sia marittima».
«È evidente – cambia i toni Bastianino Mossa – la grossa responsabilità di rappresentare quella parte di Sardegna, che non risiede nell’isola! Il ruolo istituzionale e di rappresentanza della FASI e dei circoli nel territorio continentale, lo facciamo in maniera talmente spontanea che quasi non ce ne rendiamo conto». Le questioni organizzative, le aree tematiche, l’organigramma, gli incarichi e le deleghe: sono tutti argomenti passati al setaccio, condivisi dal popolo degli emigrati riuniti a Milano. «Nelle dichiarazioni post-congressuali – riprende fiato il presidente della FASI –, dichiarai che Ambiente, Cultura, Agroalimentare e Nuove tecnologie saranno le quattro aree tematiche su cui pianificare il futuro della nostra Federazione. Gli strumenti, le iniziative, gli accordi di collaborazione, i protocolli d’intesa, i servizi che mettiamo a correre anche nei prossimi mesi, sono davvero tanti». «Ribadisco ancora una volta – aggiunge – che i nostri Circoli sono grandi antenne territoriali di conoscenza, devono diventare le nuove “botteghe dei saperi” come dei “sapori”». «Il modo migliore per diventare una nuova risorsa e interlocutori privilegiati della Regione Sardegna e di tutte le altre istituzioni in cui sono inserite le nostre realtà». «Dobbiamo essere in grado di far convivere le radici, la nostalgia del passato con la vertigine del futuro. Ripeto: il tema dell’emigrazione deve essere liberato dalla retorica. La verità è semplice, quasi banale, e allo stesso tempo drammatica – sottolinea il veterinario di Bultei – : c’è un gigantesco patrimonio di intelligenze che la Sardegna non è riuscita a trattenere. Nel passato perché, come tante altre regioni italiane, l’emigrazione era l’unica alternativa alla fame. Allora cerchiamo di ribaltare questo concetto – suggerisce e incita il presidente della Federazione delle associazioni sarde in Italia –: il mondo dell’emigrazione è e deve essere una opportunità per la Sardegna! Abbiamo le idee, le persone, e soprattutto una visione di Sardegna del futuro. Dove dobbiamo trovare le energie? Dentro di noi, in noi stessi» chiude Bastianino Mossa.
Fonte: La Nuova Sardegna https://bit.ly/3wpnBk8