Proseguono le iniziative di avvicinamento alla presentazione ufficiale del volume “Emigrazione Sarda nel Centro Italia”, che sarà reso disponibile – in formato cartaceo ed e-book – il prossimo 25 gennaio 2026 presso la Tenuta di Suvignano, bene confiscato alla criminalità organizzata e divenuto luogo simbolo di legalità. 

Il libro documenta il percorso che ha portato alla realizzazione dello “Spazio della Narrazione”, inaugurato lo scorso marzo all’interno della Tenuta. Oltre a illustrare il percorso di visita, raccoglie una selezione di fotografie familiari messe a disposizione da numerosi nuclei sardi, immagini che restituiscono i primi anni di insediamento “oltre mare”. Particolarmente evocativa la foto di copertina, che ritrae un ballo sardo improvvisato per strada durante un matrimonio del 1971, con i soffioni boraciferi di Pomarance sullo sfondo. 

La tappa fiorentina del tour di presentazione, organizzata dall’Associazione Culturale Sardi in Toscana (ACSIT), si è svolta Libri Liberi, che ha curato la pubblicazione del volume, elegante e accurato sotto il profilo editoriale. Il libro, ancora fresco di stampa, era già stato mostrato in anteprima alla “Convention dei giovani sardi in Italia e nel mondo”, organizzata dall’Assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna lo scorso ottobre ad Alghero nell’ambito del Programma annuale dell’emigrazione (PAE 2025). In quell’occasione aveva raccolto il vivo apprezzamento della Presidente della Regione, Alessandra Todde, e dell’Assessora del Lavoro Alma Desiré Manca.

L’incontro a Firenze è stato anche l’occasione per rivolgere un ringraziamento a Stefania Saccardi, da pochi giorni nuova Presidente del Consiglio Regionale della Toscana, che nei precedenti anni – come Assessora all’Agricoltura – ha sostenuto con convinzione l’installazione dello “Spazio della Narrazione” nella Tenuta di Suvignano, oggi gestita dall’Ente Terre Regionali Toscane. 

L'assessora Desirè Manca, invitata per un saluto on line, per una imprevista sovrapposizione di impegni non ha potuto collegarsi ma attraverso un messaggio ha ribadito il vivo apprezzamento per l’iniziativa e l’impegno dei circoli sardi, ma anche espresso l’interesse a sostenere le attività dello Spazio, come occasione di incontro del mondo della pastorizia sarda, al di qua e al di là del Tirreno, e come meta di iniziative e visite culturali di scolaresche in un luogo di promozione della legalità e di valorizzazione di una memoria dell’emigrazione che non può essere persa, anzi deve essere “comunicata” alle giovani generazioni.

Il volume, composto da 160 pagine, sarà presentato al pubblico a gennaio 2026, ma è già stato distribuito nelle scuole della Sardegna e della provincia di Siena. Nel corso dell’incontro fiorentino, moderato dal giornalista ed esperto di cultura sarda Angelino Mereu, il coordinatore del progetto Elio Turis ha ripercorso le tappe della nascita dell’iniziativa, concepita durante i mesi della pandemia grazie al lavoro di un gruppo attivo all’interno del Circolo sardo di Siena Peppino Mereu. Fondato oltre quarant’anni fa, il Circolo ha rappresentato un punto di riferimento fondamentale per le migliaia di emigrati sardi che hanno trovato nel territorio senese nuove opportunità di vita e lavoro.

A portare il saluto dei Circoli sardi della circoscrizione Centro Sud della F.A.S.I. è stata Sandra Capuzzi, di recente eletta coordinatrice. Ha ricordato come il progetto dello Spazio della Memoria abbia ricevuto fin da subito il sostegno convinto dei circoli del Centro Italia, consapevoli del valore di questa iniziativa che colma un lungo vuoto di riconoscimento rispetto al duro percorso d’integrazione dei pastori sardi e al loro determinante contributo allo sviluppo di molte aree interne dopo la crisi della mezzadria. 

Durante il dibattito sono state illustrate le modalità attraverso cui è possibile conferire allo Spazio materiali familiari – fotografie, documenti, testimonianze – per arricchire in modo permanente il patrimonio espositivo. È stata inoltre evidenziata l’importanza di mettere in sicurezza e valorizzare l’ampia documentazione raccolta negli anni da ricercatori e documentaristi, materiali che rischiano altrimenti di andare dispersi se non adeguatamente pubblicati e archiviati.


Un esempio di tali contributi è giunto proprio dal pubblico: una ricercatrice e insegnante sarda, residente da anni in Toscana, ha condiviso la propria esperienza di raccolta di testimonianze linguistiche e dialettali tra i pastori nelle campagne toscane, sottolineando quanto vasto e prezioso sia il patrimonio umano e culturale legato all’emigrazione sarda.

Daniele Gabbrielli