Pari dignità, condizione di svantaggio, principio di insularità e continuità territoriale.

Su questi temi si sono espressi recentemente sia Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, sia Christian Solinas, presidente della Giunta Regionale della Sardegna, e la FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), cogliendo l’importanza di queste dichiarazioni di forte valenza istituzionale e collegandosi ad esse, non può che riconfermare la propria netta denuncia degli svantaggi che provoca la mancata applicazione della continuità territoriale per tutti i cittadini, in modo particolare per gli emigrati di origine sarda che vogliono raggiungere la Sardegna.

Il Presidente della Repubblica, nel messaggio inviato al recente Congresso delle Fondazioni Bancarie svoltosi a Cagliari, facendo riferimento all’articolo 3 della Costituzione, ribadito il concetto che tutti i cittadini hanno pari dignità, ha affermato: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione del Paese. La lotta alle disuguaglianze deve essere, quindi, asse portante delle politiche pubbliche. E, insieme – quale compito della Repubblica – responsabilità della intera società”.

Il Presidente della Regione Sardegna, prendendo posizione sulla continuità territoriale, ha dichiarato: “la tariffa per percorrere un’autostrada è uguale per tutti, per contro la mancanza della tariffa unica per i voli penalizza l’80% di quelli che vengono in Sardegna, o che vorrebbero venirci ma non lo fanno perché scoraggiati dai costi. Abbiamo fatto un’importante conquista: il reinserimento nella Costituzione del principio di insularità; ciò vuol dire riconoscimento dello svantaggio; questo fatto impone che si adottino misure per eliminare le gravi penalizzazioni che colpiscono ancora oggi coloro che vogliono raggiungere l’isola”.

“Anche noi – afferma il Presidente della FASI Bastianino Mossa – sappiamo bene che la continuità territoriale resta tutt’ora un miraggio e non possiamo non condividere i richiami su questo tema pronunciati dal presidente della Repubblica Mattarella e dal presidente sardo Solinas. È incalcolabile la ripercussione negativa in termini economici che tale condizione di svantaggio genera su tutti i settori produttivi della Sardegna: basta pensare ai costi assurdi che si devono sostenere per esportare le merci dalla Sardegna al resto dell’Italia e al danno che deriva al comparto turistico in presenza di tariffe aeree e marittime non competitive con quelle in vigore per raggiungere altre aree d’Europa e del mondo. Non è più tollerabile che alcune compagnie aeree si spartiscano i voli sulla base dei reciproci interessi. Da anni noi emigrati sosteniamo che la tariffa agevolata sia giusta, essenziale e sacrosanta per i residenti ma è insufficiente, non solo perché deve essere estesa anche ai sardi non residenti (prima, seconda e terza generazione che continuano ad avere forti legami con la propria terra d’origine) ma soprattuto impedisce di vedere la negatività della situazione nel suo complesso poiché l’ampliamento della tariffa agevolata a tutti costituirebbe un volano essenziale per la crescita economica, sociale e culturale della Sardegna. Che senso ha risparmiare 40 milioni di euro se questo provoca un danno economico incalcolabile al turismo verso la Sardegna a causa dei costi esagerati per i trasporti. E allora diciamo chiaramente come le cose stanno in realtà: il costo dei biglietti per le prossime festività pasquali lievita vertiginosamente! Per questo motivo ci chiediamo: come può una persona sostenere, per poter andare (in vacanza o per visita ai parenti) in Sardegna e per ritornare a casa, il costo di 400 euro per tratta? Una famiglia di emigrati viene a spendere una cifra spropositata! È vietato ai nostri figli, sia di seconda che di terza generazione, poter godere anche per un fine settimana delle case che hanno avuto in eredità dai propri nonni! Questo privilegio è riservato solo a chi può permettersi grosse spese, che sicuramente non sono nelle possibilità di una famiglia che vive del proprio lavoro. Per la media di queste famiglie i costi sono insostenibili oggi, figuriamoci quando aumenteranno per i prossimi mesi estivi! Anche la continuità marittima è sottoposta a stress. Il costo dei biglietti in molti casi è superiore del 70-80% rispetto allo scorso anno. Come se questo non bastasse – si veda il caso della tratta Genova/Olbia –, sono stati cancellati servizi marittimi essenziali. È comunque inaccettabile che si debba pagare un viaggio andata e ritorno Genova - Porto Torres o Genova- Olbia 1.900 euro! Un sistema di trasporti che riguarda l’Isola non può essere affidato a una trattativa fra privati! La Regione Sardegna, il Governo Italiano, l’Unione Europea, la politica con le istituzioni tutte, hanno il compito di tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini ed è arrivato il momento che, senza ulteriori indugi, si metta mano alla regolamentazione di questa situazione di svantaggio che non riguarda solo la Sardegna ma anche altre isole come la Sicilia e tutte le isole minori. La legge che introdurrà il “principio di Insularità” in Costituzione deve essere il presupposto perché ci si muova in questa direzione. Ribadiamo a gran voce che la continuità territoriale attiene non solo al diritto, ma riguarda il problema più grande delle politiche di coesione territoriale e di uguaglianza a livello nazionale. È tempo davvero che quanto scritto nella Costituzione trovi concretizzazione in una legge concordata a livello italiano ed europeo, che sottragga la Sardegna all’incertezza, alla precarietà, alla diseguaglianza, con una continuità per tutti, che garantisca la fruizione e lo sviluppo sostenibile delle risorse straordinarie che la terra sarda possiede: Cultura, Ambiente, Agroalimentare e Ricchezze immateriali” conclude Mossa.