Sabato 29 marzo 2025, nella Sala Giovanni Falcone, presso la Tenuta di Suvignano, il Circolo Peppino Mereu, associazione dei sardi in Provincia di Siena, ha organizza una giornata di studi dal titolo “Pastori migranti. Mezzo secolo di pastorizia sarda in centro Italia. Ricerche e prospettive”, come momento di preparazione all’inaugurazione dello “Spazio della narrazione della emigrazione sarda nel centro Italia”, nella vicina Sala della Legalità, avvenuta il giorno successivo, nella mattinata di domenica 30 marzo, e che ha visto l’apprezzamento e la soddisfazione di tutti, inclusi i rappresentanti tecnici e politici delle due Regioni, la Sardegna e la Toscana, che hanno contribuito al progetto.
Il Circolo Peppino Mereu, che negli anni’80 si fece promotore della ricerca sull’emigrazione dei pastori sardi in Provincia di Siena, condotta dal professor Pier Giorgio Solinas, allora coordinatore del Laboratorio Etno-Antropologico del Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Siena, grazie al finanziamento dell’Amministrazione provinciale di Siena, ha ancora una volta dimostrato la sensibilità allo studio e alla ricerca ponendosi, oggi come allora, sia dalla parte di chi studia sia dalla parte di chi è studiato. L’esistenza di ricerche che a partire dagli anni ’80 hanno via via osservato questa particolarissima emigrazione di pastori, che si sono “trapiantati” dalle aree interne della Barbagia nelle vaste aree interne del centro Italia, hanno prodotto materiale che è diventato oggi prezioso per la storia, per la cultura e per la curiosità di chi vuole conoscere un fenomeno economico e sociale che ha contribuito allo sviluppo agricolo delle aree interessate. Se nella Sala della Legalità l’allestimento racconta le storie di questo fenomeno migratorio con la partecipazione delle stesse famiglie dei protagonisti che hanno messo a disposizione i propri ricordi, le fotografie, i documenti, ripercorrendo i momenti di difficoltà e i momenti di riscatto, con la costituzione di un archivio per la conservazione di materiale pubblico e privato, il convegno ha voluto fare il punto della situazione mettendo a confronto studi sul mondo della pastorizia nella contemporaneità, osservando un mestiere antico con nuovi sguardi che proiettano sul futuro le sue caratteristiche legate alla sostenibilità ambientale e alla difesa della biodiversità. A differenza degli anni ’80 quando i vari studi sono stati avviati per l’osservazione dell’emigrazione da parte di antropologi e sociologi oggi l’interesse per i pastori si è ampliato e viene stimolato da politiche internazionali. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2026 Anno Internazionale dei Pascoli e dei Pastori, per l’importanza del ruolo che la salute dei pascoli riveste nella creazione di un ambiente sostenibile, sulla crescita economica e sulla resilienza alla sussistenza per le comunità in tutto il mondo. La pratica della transumanza è stata inserita nel 2019 dall’UNESCO nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale, evidenziando l’importanza culturale di una tradizione che ha modellato le relazioni tra comunità, animali ed ecosistemi, dando origine a riti, feste e pratiche sociali che costellano l’estate a l’autunno, segno ricorrente di una pratica che si ripete da secoli con la ciclicità delle stagioni in tutte le parti del mondo.
La giornata di studi ha quindi allargato lo sguardo a progetti per lo sviluppo della pastorizia nell’agricoltura, allo studio della transumanza nella preistoria, alle questioni di identità culturale dei migranti, ai rapporti fra il pastore e i propri animali. Così anche gli interventi di saluto sono entrati nel vivo della questione: il Sindaco di Monteroni d’Arbia, Gabriele Berni, nell’aprire il convegno ha parlato dell’importanza economica che le aziende dei pastori sardi hanno oggi sul territorio, anche per il mantenimento del paesaggio, che oggi attrae turisti da tutto il mondo; il Direttore di Ente Terre Regionali Toscane, Giovanni Sordi ha parlato del valore agronomico della pastorizia anche per la Tenuta di Suvignano, che ospita il progetto, luogo particolarmente significativo per essere stata proprietà di un imprenditore legato a Cosa Nostra, diventata oggi, dopo una serie di indagini che all’inizio hanno visto coinvolto anche il magistrato Giovanni Falcone, di proprietà pubblica. La tenuta di Suvignano è gestita direttamente dalla Regione Toscana, come azienda agricola e agriturismo, ed ospita progetti che si occupano di promuovere e educare alla legalità. La Presidente del Circolo Peppino Mereu, Dina Meloni, ha salutato i convenuti con un toccante intervento in cui ha narrato la sua esperienza da emigrata e i sentimenti e le sensazioni che la legano costantemente alla sua terra di origine affermando più volte “la Sardegna chiama!”. Le relazioni scientifiche sono avviate nella sessione mattutina da titolo “pastorizie vecchie e nuove” con il coordinamento di Pier Giorgio Solinas che ha introdotto l’argomento con un intervento sulla situazione sociale e economica nei paesi di partenza e nelle campagne di arrivo, approfondendo le questioni di disagio sociale e lotte contadine. Sandra Becucci, una delle ricercatrici del progetto degli anni’80 e componente del gruppo di lavoro del progetto sullo “Spazio della narrazione dell’emigrazione sarda”, ha presentato il progetto nelle sue diverse articolazioni a nome del Circolo Peppino Mereu. Gli interventi di Benedetto Meloni e Francesca Uleri dell’Associazione culturale TERRAS, Progetto CAMBIO-VIA (progetto Interreg CAMmini e BIOdiversità: Valorizzazione Itinerari e Accessibilità per la Transumanza), dal titolo “La transumanza dalla tradizione all’innovazione” hanno presentato prima la storia della ricerca svolta da Benedetto Meloni in Sardegna e in Toscana su storie di pastori migranti, per poi parlare della contemporaneità delle aziende dei pastori in Sardegna nell’ambito del progetto CAMBIO-VIA. Il progetto “Shepforbio per la conservazione e la valorizzazione delle risorse pastorali naturali” nell’ambito del programma dell’Unione Europea LIFE, dedicato all’ambiente, con l’obiettivo generale di contribuire all’implementazione, all’aggiornamento e allo sviluppo della politica e legislazione ambientale dell’Unione Europea, attraverso il cofinanziamento di progetti di valore e rilevanza comunitari, è stato presentato da Giovanni Argenti professore ordinario Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università degli studi di Firenze in collaborazione con Tommaso Campedelli di DREAM Italia, mentre il gruppo interdisciplinare del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università degli studi di Siena composto da Giovanna Pizziolo, Nicoletta Volante, Chiara De Marco, Fabio Mugnaini, Andrea Zagli con l’intervento “Transumanza e pastoralismo mobile in Toscana: fonti, indicatori e tracce dalla preistoria alla contemporaneità” presentato da Giovanna Pizziolo sono stati mostrati gli interessanti ritrovamenti della ricerca archeologica sui percorsi della transumanza in Toscana.
Nel pomeriggio il convegno è ripreso con la sezione “Pastori e Territori”, sempre coordinata da Pier Giorgio Solinas, con l’esposizione di Tommaso Sbriccoli dell’Università degli studi di Siena intitolato “Ricchezza, nutrimento, affetto: lo status ambiguo del bestiame nelle società pastorali”, che basandosi sulle ricerche svolte con due comunità pastorali (quella dei pastori sardi in provincia di Siena e quella dei pastori Raika in Rajasthan, India) e esempi tratti da altre comunità, affronta la complessità strutturale della relazione tra pastori e gregge, sottolineando l'impossibilità di appiattire su un solo aspetto il ruolo degli animali nelle cosiddette economie pastorali. L’agronomo Michele Nori dell’Istituto Universitario Europeo, progetto Pastres, con lo studio dal titolo “La transumanza lunga: migrazioni pastorali sarde in Centritalia” analizza la presenza dei pastori sardi attraverso un processo che ha unito tradizione e innovazione, a partire dalla loro forza lavoro e dalla loro tecnologia produttiva di base - la razza ovina sarda. L’intervento di Letizia Bindi, professore ordinario di Discipline DemoEtnoAntropologiche Università degli Studi del Molise e Direttore Centro di Ricerca BIOCULT intitolato “Linee. Pastori-custodi, territori, saper-fare e movimenti” si è focalizzato sul significato contemporaneo delle traiettorie di pascolo, i percorsi della transumanza, che sono da sempre state linee di conoscenza e di monitoraggio territoriale, ma anche occasioni di incontro, di conoscenza reciproca, di scambio e trasmissione di saperi e saper-fare. Sul saper fare e sui rapporti del pastore con il gregge ci ha parlato anche Carlo Maxia, professore associato del Dipartimento di Lettere, lingue e beni culturali dell'Università degli studi di Cagliari, presentando un'etnografia della produzione artigianale dei campanacci a Tonara (Sardegna), focalizzandosi sulla trasmissione intergenerazionale dei saperi tecnici e sull'evoluzione del mercato con lo studio dal titolo “La fucina dei suoni. L’artigianato dei campanacci in Sardegna”. Ha concluso la sessione Giovanni Kezich già direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, San Michele all’Adige con una riflessione comparativa dal provocatorio titolo “Sardi per sempre e sardi in scadenza. Un confronto tra Sardegna e Dalmazia” che analizza e riflette su analogie culturali e il perdurare dell’identità culturale.
Dopo la lunga carrellata di interessanti interventi la seconda parte del pomeriggio con la sezione “Luoghi e persone” coordinata da Daniele Gabbrielli, giornalista e componente del gruppo di lavoro, è stata dedicata a due recenti lavori di documentazione di due giovani registi, che hanno realizzato i loro film con l’aiuto e la disponibilità dei pastori sardi, le cui aziende si trovano in Provincia di Siena e nel centro Italia. Si è percepita l’emozione dei presenti nel vedere i paesaggi e ripercorrere le storie dei pastori sardo-toscani del film “Transumanze” di Andrea Mura, regista e produttore, Ginko film, e ascoltare le numerose narrazioni di scelte, di percorsi di vita, di soddisfazioni e delusioni delle numerose testimonianze presentate da Irio Pusceddu, regista e produttore, Estu films & digitals, nel suo docufilm “Oltre il mare”.
La giornata di studi si è conclusa con una cena spettacolo organizzata dal Circolo Peppino Mereu con il Gruppo Polifonico “Sardos in Coro”, coro che ha sede in provincia di Siena composto da emigrati sardi, che si ritrovano per cantare e far conoscere la bellezza di una tradizione corale legata alla loro terra di origine.
La giornata di studi ha centrato così l’obiettivo del gruppo di lavoro del progetto ESCI (Emigrazione Sarda in Centro Italia) e dal Comitato di Indirizzo composto dal Circolo Peppino Mereu Aps, insieme ai 12 circoli del Centro Sud Italia che afferiscono nella Federazione Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.), un rappresentante della Regione Autonoma della Sardegna e un rappresentante della Regione Toscana, nel riunire i principali studiosi sulle ricerche del passato e quelle del presente per fare il punto della situazione. Le analisi e gli studi danno forza agli obiettivi del progetto che lavora per la conservazione e il racconto della storia dell'emigrazione sarda, come una storia di una comunità, una storia fatta di sacrificio, resilienza e innovazione, con la consapevolezza che la pastorizia sarda ha rappresentato una importante risorsa per le terre del Centro Italia, soprattutto in quegli anni segnati dalla crisi della mezzadria e dal latifondo. Grazie al lavoro instancabile di queste persone, molte zone depauperate sono state rinnovate, mantenendo vive tradizioni agricole e zootecniche, e contribuendo a risollevare territori in difficoltà. L’analisi di questi cinquant’anni di storia riportano con evidenza un’esperienza che dimostra una storia demografica, economica e sociale degna di rispetto e ricorda che il muoversi, il migrare è legato al dolore dell’abbandonare la sicurezza del luogo degli affetti, ma è soprattutto legato alla ricerca di una situazione migliore, alla possibilità di realizzare desideri, aspettative, sogni.
Sandra Becucci