Mamuthones e Issohadores alla Festa di mezza Quaresima di Bergamo

Domenica 17 Marzo 2024, 15:00 - 19:30
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Bergamo sfilata mamuthones

Sabato 9 e domenica 10 marzo 2024 il circolo culturale sardo "Maria Carta" di Bergamo organizza la partecipazione alla "Festa di mezza Quaresima 2024" di Bergamo dei Mamuthones e Issohadores di Mamojada.

Domenica 10 marzo, come da tradizione, alle 15, partirà dall’inizio di via Papa Giovanni, la “Sfilata di Mezza Quaresima 2024” che si scioglierà in via Zendrini. Alle 18:00 premiazione dei carri e dei gruppi da parte del Duca “Smiciatöt” del Ducato di Piazza Pontida.

Secondo alcuni studiosi, l’origine dei Mamuthones risalirebbe all’epoca nuragica, era un rito di buon auspicio per il raccolto, con la venerazione degli animali per proteggersi dagli spiriti del male. Fra le ipotesi avanzate sull’origine della rappresentazione c’è anche un rito di assoggettamento del bue, o una processione fatta sin dal tempo dei nuraghi in onore di qualche dio agricolo o pastorale. Alcuni sostengono un legame con i riti dionisiaci, altri col rito del passaggio delle stagioni. I Mamuthones si distinguono dagli Issohadores sia per la diversità dei costumi e della cadenza del passo. Sebbene il gruppo sia molto richiesto per le esibizioni, la prima uscita (sa prima issidda) si svolge solo ed esclusivamente nel nostro paese il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali. Le due maschere, indivisibili e inseparabili l’una all’altra, sfilano intorno ai fuochi disseminati per le vie del paese,in una processione danzata (così la definì Raffaello Marchi) e anche se il loro costume è completamente diverso, non potrebbero neanche essere immaginati gli uni senza gli altri. Ai colori molto scuri dei Mamuthones, si contrappongono quelli vivaci degli Issohadores, sono in opposizione come la notte e il giorno. 

La maschera facciale del Mamuthone (sa visiera) è nera e di legno o di pero selvatico o di ontano, con fattezze antropomorfe, L’ espressione e sofferente e impassibile. Viene tenuta ferma mediante cinturini di cuoio. Sopra la testa indossano un berretto da uomo (su bonette) e poi un fazzoletto del costume giornaliero femminile (su muncadore). Sopra l’abito tradizionale in velluto (su Billudu), indossano un giubbottone smanicato di pelle di pecora rigorosamente nera (sa mastruca o sas peddes), mentre sulla schiena vengono sistemate 6 file di campanacci grandi e piccoli , secondo un ordine preciso (sa carriga). Sul davanti vengono fissate delle campane più piccole che fanno un po' da contrappeso (sas hampaneddas). L’operazione del sistemare i campanacci, è compiuta da due persone. Indossano inoltre le scarpe degli antichi pastori (sos husinzos).L’Issohadore invece non porta maschera facciale. Indossa sulla testail berretto del costume classico (sa berritta), tenuto fermo da un foulard femminile che passa sotto il mento e lega sopra la testa. Indossa una camicia in cotone o lino bianco con collettino sardo (sa hamisa), sopra questa hanno un giubbotto di panno rosso scarlatto (su curittu), che ha delle aperture longitudinali nelle maniche, dalle quali fuoriesce in parte la manica della camicia sottostante. Indossano inoltre dei pantaloni larghi di cotone bianco (su cartzone) che vengono bloccati dalle ghette di orbace (sas cartzas) che coprono le scarpe e vanno fino al ginocchio. Ai piedi indossano delle scarpe più leggere (sas hiscarpinas). Portano inoltre uno scialle da donna, ricamato o dipinto, piegato a triangolo che copre il fianco sinistro e viene annodato sul fianco destro (s’issalletto). A completamento della maschera hanno una bandolera in cuoio e broccato (sa collana) , indossata in modo trasversale alla spalla, che ha fissati sopra i sonaglini (sos sonaiolos). Ed infine la fune (sa soha) che dà il nome al costume stesso, sapientemente intrecciata da artigiani locali. Sa soha è in giunco, anticamente era in cuoio e viene lanciata con gesto improvviso fra la folla, senza interrompere il garbo dei loro passi, il lancio in genere è rivolto a giovani donne come buon auspicio per fertilità e prosperità.

Dopo che ad ogni Mamuthone vengono posizionati e fissati i campanacci con apposite cinte di cuoio, il clou della vestizione è l’indossare la maschera che copre completamente il viso e trasforma la loro identità. La vestizione, non sono più uomini, sono Mamuthones! Saranno muti e avanzeranno col loro passo pesante. Da questo momento può iniziare l’esibizione, la processione danzata, la danza ritmata, la danza sacra... il loro incedere è stanco e sofferente, molto faticoso, ma ricco di fascino e di mistero. Si tratta di un rituale precristiano per eliminare il male e propiziare il bene. Con le loro maschere paurose e i rumorosissmi campanacci, terranno lontani i demoni maligni. Vestire da Mamuthone o da Issohadore è una vera vocazione, non è un gioco! Terminata la vestizione, i Mamuthones (almeno 12) si dispongono in due file parallele e inziano la loro sfilata che completa il rito avviato con la vestizione stessa, ora si può dire compiuta la metamorfosi uomo-mamuthone, Gli Issohadores sono almeno 8 e si dispongono ai lati, davanti e dietro al gruppo dei Mamuthones. Un Issohadore sta all’interno delle file dei Mamuthones e coordina e guida i loro movimenti durante tutta l’esibizione danzata. Questo rito propiziatorio favorisce una buona annata e un buon raccolto e questi passi ritmati e cadenzati imposti con forza sul terreno, vorrebbero svegliare la madre Terra. L’origine di questa danza trova riscontro nel mondo agro-pastorale, nasce forse come rito apotropaico per allontanare attraverso il percuotere dei campanacci, gli spiriti maligni da persone e animali. Il richiamo al ciclo della natura è ovvio.

I Mamuthones si muovono con passi molto pesanti e ritmati, mettendo in scena una danza malinconica e molto rumorosa, coordinata sapientemente da movimenti cha fanno risuonare i campanacci e generano un rumore ritmato molto intenso. Gli Issohadores si muovono con balzelli più agili ed eleganti, interagiscono con la folla, non solo perché lanciano sa soha, ma anche perché a loro è permesso parlare, nella danza sacra rappresentano un ruolo di dominanza.

Luogo Bergamo
Contatto 035240376 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.