Presentazione dei romanzi “sassaresi” di Nello Rubattu – Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia
A Pavia, sabato 17 ottobre 2015, ore 16,30, presso la sede sociale (Via Santo Spirito 4/a), il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” organizza la presentazione dei romanzi “sassaresi” di Nello Rubattu.
Nello Rubattu è nato a Sassari. Dopo gli studi a Bologna ha lavorato come addetto stampa per importanti organizzazioni e aziende italiane. Ha vissuto molti anni all'estero ed è presidente di Su Disterru-Onlus che sta dando vita ad Asuni, un piccolo centro in provincia di Oristano, ad un centro di documentazione sull’emigrazione. Vive a Bologna. È autore di vari saggi e di due romanzi.
I due romanzi “sassaresi” di Nello Rubattu.
1) Hanno morto a Vinnèpaitutti. Nuoro, Il Maestrale, 2006.
«Massimino Piras, detto Vinnèpaitutti (“ce n’è per tutti” nel sapido dialetto di Sassari), viene trovato morto, accoltellato. Dalle testimonianze di personaggi amaramente goliardici e sempre indecisi tra moralismo e morbosità, Vinnèpaitutti appare come il torbido responsabile del degrado di una comunità: feste gay, soldi sporchi, traffici ambigui… Una morte, secondo molti, inevitabile quella di Massimino. Qualcuno, però, va oltre gli angoli scuri della sua vita, e torna ai ricordi di un’età in cui non si può essere colpevoli, ma solo vittime… Hanno morto a Vinnèpaitutti è una tragicommedia salace, ritratto malinconico di una città che, attraverso il mistilinguismo dei racconti paralleli, inspira dai bassifondi la sua sarcastica e rassegnata essenza». (Dalla scheda editoriale)
2) Pierre. postfazione di Gianni Caria, Tissi (Sassari), Angelica edizioni, 2010.
«Pierre parla in prima persona della sua vita avventurosa. E di vera avventura si tratta, dall'emigrazione in Argentina alla Legione Straniera e alle trincee della Prima Guerra Mondiale, dai vicoli odorosi di aglio e cipolla di Marsiglia fino a Piazza Tola a Sassari. Piazza Tola è storicamente il luogo del commercio ambulante diventato stanziale, delle bancarelle e di chi si sedeva in un angolo per proporre anche poche cose. La Piazza era il cuore pulsante della città, un cuore popolare e sentimentale, in cui si intrecciavano le storie personali di poveracci e di figli di signori, di accudiddi (quelli che venivano dai paesi) e di prostitute. Per Pierre è il luogo della partenza e del ritorno, il centro del mondo di chi il mondo aveva scelto di vederlo prima di decidere dove tornare. Pierre in piazza Tola è tornato per seguire una sua vocazione, quella di insegnare agli altri quanto aveva imparato della vita. Pierre aveva trovato nei bambini che frequentavano la Piazza, e in particolare nei suoi nipoti, un uditorio attento e privo di pregiudizi. Un universo molto maschile, a ben vedere, dove le donne di famiglia stanno in secondo piano e dove un posto privilegiato e quasi riconoscente nel ricordo trovano invece le prostitute. Pierre nel libro ci parla con una lingua pirotecnica e immaginifica, ricca di parole francesi e spagnole, di termini del gergo degli ambulanti, ma è il dialetto sassarese (o, meglio, la variante sassarese della lingua sarda) a emergere qui in tutta la sua prepotenza verbale. Il sassarese è una lingua espressiva, volgarissima, beffarda, spietata, che colpisce come una schioppettata». (Dalla postfazione di Gianni Caria)
Oltre la relazione dello scrittore, sono previsti gli interventi di Gesuino Piga, presidente, e di Paolo Pulina, vicepresidente vicario del “Logudoro”.