Questa "missione" è favorita da una generazione di registi che stanno proponendo voci e immagini non convenzionali  della Sardegna con opere diversificate per temi,  per linguaggio espressivo e per intenti estetici ma che vivono  tutte di  un  diretto legame con la cruda realtà dei problemi,

delle contraddizioni, e anche della lingua che connotano il territorio e l'identità regionale.
Queste opere "made in Sardinia" si sono imposte all'attenzione del pubblico e della critica dando la sensazione di una "Nouvelle Vague" sarda.
Il sorprendente  movimento cinematografico ha portato alle luci della  ribalta tanti registi che qui vogliamo  elencare in rigoroso ordine alfabetico, scusandoci per eventuali, involontarie omissioni: Marina Anedda, Bonifacio Angius, Gianfranco Cabiddu, Maria Teresa Camoglio, Nunzio Caponio, Francesco Casu, Giuseppe Casu, Giovanni Coda, Giovanni Columbu,  Simone Contu, Marco De Murtas, Antonello Grimaldi, Piero Livi, Roberto Locci, Davide Manuli, Peter Marcias, Fabrizio Marrocu, Salvatore Mereu, Andrea Mura, Fabio Mureddu, Sergio Naitza, Giuliano Oppes, Christiano Pahler, Enrico Pau, Roberto Pili, Enrico Pitzianti, Giancarlo Planta, Alessandro Sanna, Piero Sanna, Stefano Schirru,  Massimo Spano, Paolo Zucca.
A ciascuno di questi artisti daremo, con pari impegno e passione, tutto il nostro sostegno, e per tutti metteremo a disposizione la forza organizzativa della rete dei Circoli FASI nella consapevolezza che promuovere la diffusione delle loro opere cinematografiche può solo apportare ricadute positive a  favore dell'immagine (intesa nel significato più ampio) della nostra Isola.
Che questo sia  veramente un momento felice per il cinema sardo è immediatamente riscontrabile.
Nonostante i problemi legati alla distribuzione, in questi giorni si sono affacciati sugli schermi nazionali ben sette film col marchio "Sardegna" che hanno suscitato l'unanime apprezzamento della critica  ed un forte interesse negli appassionati.
Si tratta di "Bellas Mariposas", di Salvatore Mereu, film "tracimante di colori e immagini, una ballata neorealistica" (Paola Casella), ispirato all'omonimo  romanzo di Sergio Atzeni; "Su Re", di Giovanni Columbu, "poesia sacra e fortemente radicata nella voce della natura, alla maniera di Pasolini e Bresson" (Marzia Gandolfi); "Treulababbu", di Simone Contu, "un'esperienza nuova e originale nel panorama del cinema regionale sardo" (Claudia Carta); "Dimmi che destino avrò", di Peter Marcias, "un dramma che affronta, con tocco di realismo magico, il tema spinoso e attuale della diversità culturale" (Mariano Cappi); "La leggenda di Kaspar Hauser", di Davide Manuli, "in Rete è già culto, e all'estero ha conquistato pubblico e critica. La storia è ambientata in Sardegna e il protagonista ha il volto di Vincent Gallo" (Giuseppe Genna); "Beket", di Davide Manuli, "commedia della solitudine, in forma di itinerario geografico-esistenziale, un film non per tutti i palati: impegnativo alla visione, pieno di riferimenti, intelligente ma consapevolmente criptico" (Roberto Nepoti); "L'Amore e la Follia", di Giuseppe Casu, "storie di viscere profonde e di un mare fuori dalla bellezza rapace e dolce" (Manuela Vacca).
Sono  questi i film che in questi giorni stiamo sostenendo con tutti i mezzi di comunicazione, dalle newsletter ai siti e ai giornali dei Circoli come al sempre efficace passaparola, con un tam tam che incomincia a dare i primi frutti.

Nota bene. Nel sito FASI, nell'AREA RISERVATA, nella sezione IDEE PER ATTIVITA', alla voce CINEMA,  i Circoli trovano la scheda e la locandina dei film e l'indicazione delle sale cinematografiche ove prenotarsi e ove correre a vedere i prodotti di questa entusiasmante stagione della cinematografia sarda.

Bruno Culeddu