Il doppio regime della continuità uguale per tutti d'inverno e della tariffa differenziata d'estate, oltre a penalizzare gli emigrati e i turisti, con grave danno economico per la Sardegna, rischia anche il verdetto del TAR se ci sarà un ricorso dell'on. Mauro Pili.
Nella nebbia più fitta è il regime di continuità territoriale per quanto riguarda le 6 rotte minori, non comprese nell'attuale convenzione.
Sul fronte dei trasporti marittimi la situazione non è migliore: Saremar, la flotta sarda, chiude in attesa del pronunciamento di Bruxelles. Diminuiscono le rotte e rischiano di aumentare i prezzi; vedi il caso della cancellazione del servizio Genova –Olbia annunciato questi giorni da GNV.
In 2 anni i passeggeri dei porti di Porto Torres, Golfo Aranci, cioè delle porte turistiche della Sardegna, sono 2.500.000 in meno. Certamente incide la crisi economica, ma pesa moltissimo lo shock di quell'aumento dissennato e improvvido di inizio gennaio 2011, quando i costi dei biglietti salirono del 70/80%, generando rabbia, sfiducia, disamore per le vacanze in Sardegna. In primis tra gli emigrati: ne sono testimonianza anche i cartelli "vendesi" affissi all'esterno  di molte delle loro case nei paesi dell'interno e al mare.
Filtra ora la notizia che le motivazioni date dagli armatori all'antitrust sul caro tariffe e sull'ipotesi di cartello non siano  state giudicate congrue.
All'orizzonte si affacciano altre nubi sulla grave situazione di Alitalia e sull'attesa di ricapitalizzazione di Meridiana: nubi che promettono tempesta in primo luogo per i Sardi.
In questa primavera incerta le preoccupazioni aumentano per un'estate ancora più incerta.
La Regione deve prendere atto della situazione di emergenza e, senza cedimenti sugli interessi dei Sardi, e senza demagogia fatta solo di parole, deve attivarsi su due fronti: da una parte incalzare l'attuale e il nuovo Governo (quando e se ci sarà), in quanto responsabile dei trasporti che eroga i fondi per la continuità; dall'altra agire in proprio: costruire un nuovo tavolo con le Compagnie, contro il pericolo di nuovi aumenti e per ridiscutere programmi e assetti futuri.
Negli anni trascorsi – il 15 giugno 2011 a Roma a piazza SS. Apostoli; a ottobre 2012 in 4 aeroporti nazionali – gli emigrati hanno protestato. Siamo pronti a mobilitarci ancora ma anche le forze politiche e sociali della Sardegna devono muoversi ora e chiedere accordi e garanzie, prima che scatti la stagione estiva, e ogni intervento diventi quindi tardivo.

L'Esecutivo della  FASI