Sinossi

Michele Murtas, detenuto del carcere dell'Asinara, ha un talento nel tagliare i capelli, tanto da diventare parrucchiere per le mogli delle guardie e dei funzionari dell’istituto e da scatenare scompiglio, una volta in libertà vigilata, nella tranquilla vita dell'isola

Note di regia

È stato sempre un mio desiderio raccontare il supercarcere dell'Asinara. Un luogo dove sono passati tanti personaggi della Storia d'Italia. Dalla quarantena dei soldati austroungarici della prima guerra mondiale a Falcone e Borsellino che stettero là per redigere gli atti del maxi processo, passando per gli esponenti delle brigate rosse e i capi dei clan mafiosi. Mi meravigliai che ancora non fosse stato usato come set cinematografico. La storia vera e propria nasce dalle tantissime letture che ho fatto su testi che trattano l’argomento, primo su tutti il libro di Giampaolo Cassitta “Supercarcere dell’Asinara”. Qui in poche righe trovai un ottimo spunto per raccontare questa storia dal sapore nostalgico, con toni da commedia. Mi piaceva l'idea di fondere la Storia con la s maiuscola con la piccola storia del mio protagonista. Come diceva De Gregori "la storia siamo noi". Mi piaceva il gioco di contrasti, Michele Murtas, il personaggio protagonista è assolutamente il contrario dello stereotipo del carcerato, in quanto uomo gentile e silenzioso, e poi raccontare l’universo femminile in una ambientazione in cui solitamente le donne centrano poco.

Il regista

Roberto Carta, nato a Cagliari nel 1976, si è laureato al Dams di Bologna. Dal 2004 collabora con Arancia Film come aiuto regista per Il vento fa il suo giro (2004) e L'uomo che verrà (2009), vincitore del Festival Internazionale del Film di Roma 2009 e miglior film ai David di Donatello 2010.
È stato redattore per la trasmissione televisiva "Milonga Station" condotta da Carlo Lucarelli: 10 puntate per Raitre. Attualmente collabora con la casa di produzione Gadoev

Contatti

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